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San Salvatore, avviato il recupero finanziato da Fondazione Caript
L’intervento porterà a nuova vita il sacrario cristiano di cui si ha notizia fin dal X secolo
Tornerà presto a nuova vita la Chiesa di San Salvatore a Pistoia. Nella giornata di giovedì 12 gennaio la Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia ha consegnato i lavori per il restauro di quello che è probabilmente il più antico sacrario cristiano della città, di cui si ha testimonianza fin dal 979.
Gli interventi – dall’importo complessivo di poco superiore ai 300mila euro, entro un quadro economico complessivo di circa mezzo milione di euro – sono stati affidati alla IRES Spa di Firenze, e saranno finalizzati al recupero strutturale e funzionale dell’edificio che al termine dei lavori diventerà uno spazio polifunzionale con la realizzazione di spazi duttili anche per le scuole.
L’affidamento – avvenuto a seguito di confronto concorrenziale che ha visto la partecipazione di aziende specializzate in questo tipo di intervento e di certificata capacità – è stato preceduto dalle autorizzazioni all’intervento da parte del MIBACT (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo), ed in particolar modo della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città metropolitana di Firenze e le Province di Pistoia e Prato.
Storia di San Salvatore. La chiesa, come detto, era compresa entro la prima cerchia muraria di Pistoia, dettaglio che ne fa risalire la costruzione tra l’VIII e la seconda metà del XII secolo, in una posizione praticamente a ridosso del lato nord-orientale delle fortificazioni.
I principali interventi di ristrutturazione sono stati eseguiti dapprima dal maestro fiorentino Buono di Buonaccolto, intorno al 1270 – sulla base di quanto ricordato in una epigrafe su marmo presente sulla cantonata meridionale della nuova facciata – ed in un secondo momento tra il 1579 ed il 1580, quando la chiesa venne ristrutturata dal rettore Cesare Fioravanti, che demolì l’abside tardoromanica per far posto, sul lato orientale, alla sacrestia.
Nulla però poté fermare la volontà del vescovo Scipione de’ Ricci, che con un decreto del 1784 sancì la soppressione della parrocchia; una decisione però fortemente ostracizzata dal parroco d’allora che resistette alla disposizione, tanto che la chiesa venne effettivamente sconsacrata solo nel 1804, alla morte del parroco.
Dopo due secoli di progressivo abbandono ed incuria, nel 2015 – per evitare anche l’aggravio dello spanciamento della struttura – arriva la decisione da parte della Fondazione Caript di iniziare le opere di restauro dell’intero edificio.
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